1905
Muore Severino Ferrari, discepolo prediletto di Carducci
Il poeta e filologo Severino Ferrari (1856-1905) muore nell'ospedale psichiatrico di Collegigliato, in provincia di Pistoia. Originario di Alberino di Molinella, “di gentile arte e umanissimo cuore”, era l'allievo prediletto di Giosue Carducci, con il quale redasse un fondamentale commento al Canzoniere di Petrarca.
Era destinato a succedere all'amico e maestro sulla cattedra di letteratura italiana dell'Alma Mater, ma la malattia mentale l'ha stroncato.
Grande conoscitore della poesia popolare, che riverbera nelle sue liriche, fedele agli ideali del socialismo umanitario, Ferrari era anche fraterno amico di Giovanni Pascoli, suo ex compagno di studi e di bohème, che lo chiamava scherzosamente “Ridiverde” e con il quale ha intrattenuto per tutta la vita un fitto rapporto epistolare.
Nel 1896, in occasione delle sue nozze a La Spezia con Ida Gini, il poeta romagnolo compose per lui otto madrigali, entrati poi a far parte della raccolta Myricae, nell'edizione del 1892.
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Approfondimenti:
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- Andrea Battistini, La cultura umanistica a Bologna, in: Renato Zangheri, Bologna, Roma (ecc.), Laterza, 1986, pp. 325-326
- Bologna. Parole e immagini attraverso i secoli, a cura di Valeria Roncuzzi e Mauro Roversi Monaco, Argelato (BO), Minerva, 2010, pp. 113-117
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